Forse bisognerebbe istituire un corso serale per i nostri governanti regionali, per far capire loro che cos’è la cultura e cos’è il turismo, visto che pare non ne abbiano idea. Sentite questa: il 7 settembre scorso la giunta regionale ha deliberato un contributo di 30 mila euro per il concorso di Miss Italia, «con l’obiettivo di valorizzare il territorio, le tradizioni, gli usi e i costumi [si suppone a due pezzi], i prodotti tipici della nostra regione». Ma la cultura e il turismo che c’entrano?
È quella stessa Regione Molise che non risponde alle istanze di chi per la cultura mette tutto sé stesso.
Una Regione che non incentiva l’editoria (se si eccettua quella dei fogliacci cortigiani), non promuove i libri e gli scrittori (se si eccettua qualche mondadoriano imposto dal potere centrale o scelto nell’illusione di accattivarsi la simpatia di chi ha potere in campo nazionale), ignora le attività che siano vicine alla letteratura e alle espressioni artistiche.
Lo so che è antipatico parlare di cose che riguardano chi scrive, ma in questo caso lo devo fare. E porterò qualche esempio.
C’è una casa editrice che si chiama Edizioni Eva, che è particolarmente attenta ai valori della cultura e che ha pubblicato in vent’anni oltre trecento libri. Ma purtroppo opera nel Molise, con tutte le difficoltà che si incontrano in provincia in genere, e particolarmente nella nostra regione, che è sempre agli ultimi posti per tutto ciò che riguarda la cultura e i libri. Questa casa editrice non ha mai ricevuto alcun sostegno pubblico e solo di due o tre libri, anni fa, la Regione ha ritenuto di acquistare alcune copie.
Come autore ho pubblicato piú di trenta libri, e, di aiuti, meglio non ne parliamo.
Il 22 maggio scorso si è tenuto a Venafro un convegno sul tema “Umanità e Cultura in Amerigo Iannacone - Testimonianze per trent’anni di attività culturale”. Dalla Regione Molise nemmeno una cartolina di saluti.
Come organizzatore di cultura ho sbattuto sempre contro muri di gomma. Dirò solo del Premio di Poesia “Venafro” per silloge inedita, che era diventato uno dei due o tre piú importanti d’Italia e aveva portato il nome di Venafro in tutto il mondo: ha dovuto chiudere perché non si trovavano quei pochi spiccioli che erano necessari per realizzarlo. (Ma forse proprio perché erano pochi spiccioli).
di Amerigo Iannacone